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“secoli”, quando comincerà a scarseggiare l’U-235 e saremo sommersi da una crescente montagna
di tonnellate di uranio depleto. Per il momento si stanno progettando questi reattori veloci che
bruceranno scorie e produrranno fissili (trans-actinidi, tra i quali il plutonio), e che sono chiamati
“breeder-and-burn” (B&B). Ma la scheda temporale “prevista” per sperimentare ed avviare alla
generazione di energia utile da parte di questi reattori si accavalla con quella dei “previsti” reattori a
fusione.

                        Figura 16 – Al consumo attuale dei
                        reattori LWR le risorse di uranio “note”
                        cominciano ad entrare in crisi nel 2030.
                        Con l’introduzione dei reattori veloci si
                        riuscirebbe a garantire la disponibilità di
                        uranio per secoli. Se i reattori veloci
                        verranno avviati nel 2060 gli LRW non
                        potranno contare sulle riserve di uranio
                        “presunte” per mantenere il sistema in
                        equilibrio. Nel secolo futuro i reattori
                        veloci “dovranno” essere usati.

E’ sconsolante aver lavorato per un progetto riuscito, ma non utilizzato. E’ invece confortante aver
studiato e fatto ricerca un altro progetto proiettato nel futuro, anche se lontano più di quello
promesso dai B&B. Io non potrò conoscere la sorte di questi due sistemi, resto incantato dal sogno
di Fermi e dall’orgoglioso addio del direttore del Phenix il giorno della sua chiusura.

Per finire (come promesso) faccio un ultimo “conto della serva” riagganciandomi a quello fatto in

premessa. Quale carburante usa un reattore a fusione termonucleare? Basta sommare i processi (2) e

(3):

      T + D → He (3.5 MeV) + n (14.1 MeV) (2) + energia totale 17.6 MeV +
      Li6 + n → T + He
                        (3) + energia totale 4.8 MeV =

      Li6+ D → 2He      + 22.4 MeV

Il carburante della fusione termonucleare è il deuteriuro di litio-6, chimicamente DLi6, quello che

Teller usò per le sue bombe H. Per ogni molecola che si fonde (brucia) ho 22.4 MeV e due atomi di
Elio come “fumo”. Questa molecola pesa 8 unità atomiche (D = H2 pesa 2, Li6 pesa 6, 2+6 = 8), una
molecola mi da 22.4 MeV. Una mole (8 grammi) mi danno 22.4 x 6.023 1023 = 132.5 1023 MeV , 1
MeV = 1.6 10-13 Joule, quindi ho energia pari a 2.12 1012 joule = 2.12 109 Kjoule. Il volume di 8 grammi di
DLi6 è circa 7.3 cm3. Un ipotetico motore a fusione termonucleare da 50 KW (la mia FIAT Punto) mi
erogherebbe quell’energia in 2.12 109 Kjoule/50 KW = 4.24 107 secondi = 11.79 103 ore = quasi 1,5 anni.
Alla velocità di 100 Km/h faccio 1.179 106 Km (più di 1 milione di chilometri, 29 giri del mondo), con 7 cm3
di carburante, con un fumo di gas inerte e leggerissimo di Elio. Il peso del DLi6 che ho usato è 29 volte più
basso di quello usato in premessa per U-235. Il problema qui è la temperatura all’interno del motore: 100
milioni di gradi! Impossibile da realizzare. Ci vuole un grande tokamak (la ciambella in cui avviene la
fusione DT) con un forte campo magnetico per confinarla senza fargli toccare le pareti, e con tutto intorno un
grande sistema che riesca a catturare tutti i neutroni emessi dalla fusione DT per generare il trizio (che è il
catalizzatore di tutto il processo e che va rimandato subito nel tokamak) e per estrarre il calore per alimentare
i generatori di vapore per far girare le turbine per generare elettricità (schema in Figura 7). Anche se questa
catena di trasformazione mi abbasserà l’energia che andrà in rete, mi sta bene ugualmente, mio nipote si
comprerà un’automobile elettrica con un silenzioso motore da 50 KW e con capaci batterie, anch’esse al
litio, ma litio-7! Potrà viaggiare senza preoccuparsi della CO2 che inquina l’atmosfera, né delle tremende
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